L’infarto è un’area
di necrosi ischemica e dal punto di vista istopatologico è una
zona priva di struttura che nelle immagini di microscopia vediamo viola in
quanto ricca di eosinofili.
Ma quanto tempo ci mette a svilupparsi la
zona necrotica strutturata? La
rapidità con cui si sviluppa necrosi dipende anzitutto dall’agente
lesivo: per esempio in un’ustione di terzo grado la necrosi è visibile
quasi immediatamente, perché è generata proprio dal calore. Nel caso di
un infarto però possiamo affermare che prima che la zona
necrotica sia evidente istopatologicamente, ci vuole tempo (presumibilmente giorni,
settimane) in quanto i meccanismi di morte cellulare sono diversi dalle altre
situazioni. Quando si verifica l’evento ischemico non arriva né O₂ né metaboliti
e per i vari meccanismi visti nelle precedenti lezioni si ha morte della
cellula. La morte cellulare avviene in pochi minuti, ad esempio nel caso in cui
si azzeri l’apporto arterioso ai neuroni questi nell’arco
di 4 minuti muoiono, ma tale processo non è
immediatamente visibile perché inizialmente
agiscono meccanismi molecolari interni. Solo dopo un po’ di
tempo si può notare la necrosi a livello morfologico
come perdita di struttura perché prima ogni cellula interessata deve
andare incontro ad una serie di trasformazioni, prime fra tutte quelle
riguardanti il nucleo con i fenomeni di picnosi e carioressi.
•
PICNOSI = condensazione della cromatina e conseguente riduzione volumetrica
del nucleo che diventa sempre più colorabile per aumento della sua
basofilia.
•
CARIORESSI = frammentazione del nucleo cellulare in diverse parti di grandezza
variabile, che vanno a depositarsi sulla faccia interna della membrana
cellulare.
In seguito a queste prime fasi
riguardanti il nucleo si verificano rottura e perdita della selettività della
membrana plasmatica e successivo innesco di eventi litici che portano infine
alla fase di necrosi in cui non vi è più
il tessuto originario, ma materiale
amorfo privo di struttura. Nel lasso di tempo in cui si sviluppa l’area
necrotica vera e propria si può osservare la cosiddetta NECROSI AD OMBRA
•
NECROSI AD OMBRA: fase in cui la struttura complessiva del tessuto vi è ancora,
ma mancano alcune parti cellulari come ad esempio i nuclei che si sono
frammentati. Per esempio, nel rene infartuato, è possibile, nella
fase di necrosi ad ombra, ritrovare ancora i tubuli, ma le cellule sono prive
di nucleo.
NB: LA NECROSI AD
OMBRA È SPECIFICA SOLO E SOLTANTO DELL’INFARTO. Cioè si
verifica solo se l’evento patologico è un
evento ischemico.
Se un tessuto va in necrosi per un agente
patogeno, ad esempio se un’area di rene è necrotica
in conseguenza ad una infezione tubercolare, non si verifica necrosi ad ombra
perché in tal caso il meccanismo che la ha generata è immunologico.
Ci vuole tempo perché si
sviluppi l’infiammazione che, nel caso dell’infarto, vedrò alla
periferia dell’area necrotica inizialmente come infiammazione
acuta e quindi con i segni che la contraddistinguono rubor, calor, tumor,
dolor e dunque nella zona interessata vi sarà presenza di sangue,
congestione da iperemia passiva e infiltrato di polimorfonucleati. In maniera
dipendente dal danno e dall’entità
della flogosi può comparire
anche la febbre (in genere accade nei grandi infarti ventricolari sinistri).