INTRODUZIONE ALLA
RIANIMAZIONE IN SALA PARTO
La neonatologia è una branca della medicina che molto spesso
fa la differenza tra la vita e la morte e tra una vita normale o una vita complicata
da esiti severi . Un medico in sala parto può trovarsi sostanzialmente di
fronte a 2 tipologie di pazienti :
- i
nati prematuri ;
- i
nati asfittici.
Voi sapete quanto dura in termini di settimane una
gestazione normale? 40 settimane.
Si parla DI nato
pretermine quandO il Bambino nasce sottO le 37 settimane di gestazIone . In ItaliA
i bambini vengono rianimati dalla 23esima settimana e tra le 22 e le 23
settimane c'è tutta una fascia grigia dove si valuta quanto è vitale il bambino
prima di procedere con la rianimazione.
In Italia più dell'1% dei bambini nasce con un peso
inferiore all' 1,5 kg e se estendiamo la fascia di peso fino ai 2,5 kg troviamo
che circa un 8% delle nascite. Queste percentuali sono in aumento in quanto,
man mano che migliorano le tecniche per seguire e monitorare le gravidanze , sono in aumento le gravidanze
medicalmente assistite ( più a rischio di parto prematuro) .
I neonati asfittici
invece sono meno numerosi dal punto di vista numerico ma sono delle situazioni
che spaventano molto in sala parto. Perchè ? Molto spesso non sono prevedibili
e quindi spesso nascono questi bambini in un ospadale periferico ( primo o
secondo livello). A differenza del prematuro che generalmente , nel periodo
subito precedente al parto, lo si riesce
a prevedere ed a indirizzare la madre verso un centro ( di terzo livello)
dotato di una terapia intensiva neonatale ; gli asfittici non essendo prevedibili nascono in una
situazione di emergenza e devono essere trasportati verso una terapia intensiva
neonatale. Sono bambini che , conoscendo la procedura e applicandola nel modo
adeguato, si riescono a gestire ed a salvare . Quindi , di fronte a un bambino
prematuro o asfittico , conoscere cosa fare e farlo bene può salvargli la vita o prevenire la comparsa
di esiti importanti.
Su 100 bambini che nascono un 5-10% avrà bisogno di qualche
aiuto alla nascita ( magari anche una semplice stimolazione da parte
dell'ostetrica) per iniziare a respirare.
Un 3% richiede la PPV (ventilazione a pressione positiva) e
quindi è un neonato che ha bisogno di essere ventilato .
Solo 1 su 1000 ha bisogno del massaggio cardiaco esterno
quindi alla compressione del torace.
Un modo che spesso viene utilizzato per rappresentare i vari step della rianimazione in sala parto è la correlazione
che si stabilisce tra il tempo che scorre e dei blocchi colorati che
rappresentano il triage ( colore diverso in base alla criticità del
paziente) per far capire quale è la severità della situazione dei neonati.
-
Codice triage bianco : neonati che hanno
bisogno di qualche passo iniziale di stabilizzazione . Situazione
abbastanza tranquilla ,
-
Codice triage verde: neonati che hanno
bisogno della ventilazione in quanto non sono bastati i passi iniziali ,
-
Codice triage giallo: alcuni ( fortunatamente
molti meno ) hanno bisogno della compressione del torace e massaggio
cardiaco,
-
Codice triage rosso: pochissimi avranno
bisogno di farmaci e in questi casi la situazione è seria e complicata.
La stragrande maggioranza è
rappresentata dal codice bianco e dal verde .
Codice bianco : passi
iniziali di stabilizzazione
Le prime cosa da
definire sono:
·
capire se questo neonato ha bisogno di essere
stabilizzato o rianimato oppure se non ne ha bisogno e sta bene ,
·
stabilizzare la temperatura del neonato,
·
garantire la pervietà delle vie aeree A (
airways),
·
Breathing ( se riesce a partire con il respiro
spontaneo ) ed eventuale stimolazione.
1) Come capire se il neonato ha bisogno di essere
stabilizzato o rianimato .
Sono 3 le domande che dobbiamo porci :
-
se la gravidanza è a termine ,
-
se il bambino
è in grado di respirare o piangere da solo ,
-
se il bambino ha un buono muscolare.
La gravidanza a termine è definita come tale dalle 37
settimane in su . Se nasce sotto le 37 è un neonato che potrebbe aver bisogno
del rianimatore.
L'attività respiratoria di solito la si riesce a
vedere e se piange probabilmente sta bene . Un tipo di respiro particolare che
si può verificare è il gasping ( respiro pre-agonico) . Sono dei respiri
profondi caratterizzati da un movimento verso indietro della testa che segue
gli atti respiratori . Questi neonati vengono considerati come neonati che non
respirano perchè di solito si associa a una condizione di grave sofferenza con
acidosi e ph inferiore al 7 .
Il tono muscolare normale è caratterizzato da una
neonato raccolto su se stesso( stessa posizione che assumeva durante la
gravidanza ) con arti flessi e un buon tono assiale e discreto controllo del
capo. Il neonato sofferente invece si presenta come un neonato completamente
abbandonato . Un neonato asfittico al momento della nascita sembra morto .
Se la risposta alle 3 domande è SI ( a tutte e 3 le domande) il neonato sta bene
e può essere portato dalla madre e sarà l'ostetrica a valutarlo periodicamente
specialmente durante la fase di adattamento alla vita che rappresenta un
periodo potenzialmente critico per il neonato ma comunque non è necessario il
rianimatore.
Se invece rispondete NO ( anche solo ad una
domanda) il neonato deve essere valutato
.
Viene sistemato nell'infant warmer cioè un lettino
riscaldato dove il rianimatore valuterà il neonato.
2) Passiamo a valutare la temperatura: come
garantire il mantenimento della temperatura adeguata? Innanzitutto bisogna
capire il motivo per il quale il bambino non deve raffreddarsi: il momento
della nascita non è un momento facile ma un momento di transizione e di
cambiamento radicale della fisiologia e fisiopatologia della respirazione e
dell'apparato cardiocircolatorio. Se a questi si aggiungono altre problematiche
come ad esempio il raffreddamento questo può complicare le cose. Un neonato che
si raffredda è un neonato che più frequentemente va incontro ad una
ipertensione polmonare provocata da una vasocostrizione che determina una
diminuzione del flusso sanguigno e quindi ci sarà una minor ossigenazione
generale del neonato in quanto meno sangue verrà ossigenato.
Sarà un neonato deossigenato, cianotico e sofferente. Nel neonato
pretermine è assolutamente fondamentale che il bambino non si raffreddi e se non ci si ricorda di riscaldarlo questi
neonati svilupperanno dei deficit neurologici molto importanti in quanto il
raffreddamento è stato associato ad :
- un
aumento importante delle emorragie cerebrali ,
- un aumento dei rischio di morte ,
- aumento
di sepsi nei primi giorni di vita .
Il neonato va tenuto in un range di temperatura tra i 36,5 e
i 37,5 gradi . Per fare questo ci serviamo di un infant warner ( lettino
riscaldato ) , dei telini caldi
ed eventualmente nel prematuro anche il sacchetto di polietilene
.
Infant warmer: lettino con un materassino alla base e
sopra un pannello radiante che riscalderà il neonato dall'alto. Si tratta di un
calore radiante quindi è evidente che il bambino non deve essere coperto in
quanto la copertura impedisce al calore radiante di riscaldarlo quindi deve
rimanere scoperto.
Altra cosa sono i telini riscaldati che permettono di
asciugare il neonato dal liquido amniotico e dalla vernice caseosa che
determinano una maggiore dispersione di
calore (va asciugato soprattutto a livello della testa , pieghe
dell'inguine ,pieghe delle ascelle e sotto il naso) . Dopo l'asciugatura il
telo va rimosso sia per scoprirlo e permettere al calore radiante di
riscaldarlo sia perchè il telino è bagnato e raffredderebbe il neonato. Questi telini
sono essi stessi riscaldati prima (dall'infant warmer) di venire in contatto
con il neonato .
Per i bambini prematuri esiste un altro importante metodo di
dispersione del calore : l'evaporazione. Una caratteristica di questi
neonati è di avere una pelle molto sottile perchè ancora non si è sviluppata
completamente . Nei prematuri la pelle è quasi traslucida e non è in grado di
trattenere l'umidità e il calore per cui disperdono in maniera importante e si
raffreddano con estrema facilità. Per contrastare l'evaporazione il bambino
viene inserito all'interno di un sacchetto di polietilene come se fosse
in un sacco a pelo in modo da evitare la dispersione mediante evaporazione e
trattenere all'interno del sacchetto l'umidità e il calore. Rimarrà all'interno
del sacchetto fino a quando non verrà trasportato in terapia intensiva .
3) Garantire la pervietà delle vie aeree
Per garantire la pervietà si deve effettuare una manovra
molto semplice : è sufficiente posizione la testa correttamente ed aspirare se
fosse necessario.
La testa viene posizionata nella Sniffing position
cioè una lieve iperestensione del capo permettendo cosi alla colonna d'aria
formatasi tra le prime vie aree e
polmoni di essere mantenuta più facilmente (se il capo è troppo flesso o troppo
iperesteso si va a compromettere la colonna d'aria) . La colonna d'aria nei
neonati è fondamentale in quanto le vie che costituiscono l'apparato
respiratorio sono piccole e quindi facilmente ostruibili . Tutte le manovre
vengono quindi effettuate in sniffing position. Ci si può aiutare con un telino
arrotolato in modo da creare uno spessore di un paio di cm e posizionandolo
sotto le spalle del neonato provocando una lieve caduta all'indietro del capo
che consente la iperestensione lieve.
Quando i neonati , al momento della nascita , iniziano a
piangere riescono a sputare fuori da soli quello che rimane del liquido
amniotico a livello delle vie aeree ( una parte viene deglutita e in parte
viene riassorbita a livello polmonare) .
Se però il neonato non è in grado di liberarsene da solo o
ne ha cosi tante da impedire all'aria di entrare deve essere aiutato dal
medico. Devono essere aspirate le prime vie respiratorie quindi la bocca e il
naso.
Si inizia ad aspirare dalla bocca mediante un aspiratore ( di solito con una
pressione di aspirazione di 100mmHg ) inclinando leggermente la testa prima da
un lato e poi dall'altro aspirando con il sondino all'interno della guancia .
In un secondo tempo si va ad aspirare a livello del naso entrando
per 3-4 cm.
Si aspira prima della bocca in quanto essendo di dimensioni
maggiori la maggior parte del liquido da aspirare lo troveremo nel cavo orale
ed inoltre se iniziassi a livello del naso potrei indurre un atto
inspiratorio che determinerebbe il
passaggio del liquido dal cavo orale al polmone complicando ulteriormente la
situazione. Non devo mai aspirare “picconando” il retrofaringe in quanto si
rischia di stimolare il nervo vago che può scatenare una bradicardia .
4) Breathing e stimolazione:
Arrivati a questo punto se il neonato non ha iniziato a
piangere spontaneamente e quindi è in apnea
bisogna stimolarlo per fargli partire l'attività respiratoria.
Ci sono 2 modi per stimolarlo :
·
quello più utilizzato è di strofinare
vigorosamente il dorso mantenendo la testa in asse ( Sniffing position),
·
oppure si
possono dare delle piccole “bottarelle” a livello della pianta del piede .
Arrivati al termine di queste manovre ( primo livello -->
triage bianco ) in genere sono passati circa 30-60 secondi e a questo
punto deve essere fatta una prima valutazione del neonato .
Sono 2 gli aspetti che devono essere valutati:
-
se il neonato ha iniziato a piangere e quindi
a respirare spontaneamente ( oppure se è in gasping o ancora in apnea anche
dopo essere stato stimolato),
-
valutazione della frequenza cardiaca :
sopra o sotto i 100bpm ( un neonato che sta bene ha una frequenza superiore ai
100bpm , in genere dai 130 ai 150).
La frequenza viene valutata con il fonendoscopio ( si
possono sentire le pulsazioni anche a livello del cordone ombelicale ma è stato
dimostrato che è poco attendibile ed imprecisa) . In genere si contano i
battiti in 6 secondi e lo si moltiplica per 10 facendo una rapida valutazione
ed evitando di aspettare un minuto che potrebbe , in caso di complicanza, essere
fatale al bambino.
Nell'infant warmer è presente un timer ( timer
dell'Apgar) che viene fatto partire al momento della nascita del bambino in
modo da permettere la valutazione del tempo che scorre durante l'esecuzione delle varie manovre .
Altro strumento importante è il saturimetro che legge
la frequenza cardiaca del neonato e la saturazione . Il saturimetro del neonato
va posizionato nella mano destra perchè l'arto destro è l'unico arto che
viene irrorato da vasi che si trovano prima del dotto arterioso di Botallo. Il
dotto arterioso permette la comunicazione dell'arco aortico con la arteria
polmonare indispensabile durante la vita fetale . Nei primi giorni di vita
questo dotto si chiude ma al momento della nascita è ancora aperto e siccome le
resistenze polmonari sono ancora molto elevate determina ancora lo shunt
destro-sinistro (come nella vita fetale) . Questo determina il mescolamento del
sangue ossigenato , proveniente dall'arco,
con il deossigenato proveniente dal Botallo e quindi saranno presenti
saturazioni diverse tra il sangue a monte del dotto e il sangue a valle del
dotto. I vasi che vanno all'arto destro e al cervello nascono prima dello
sbocco del dotto di Botallo nell'arco aortico
e quindi il parametro di saturazione che mi interessa ( saturazione del
sangue che va al cervello) lo dovrò misurare a livello della mano destra .
Quale è la saturazione durante la vita intrauterina?
Circa del 50%. Al momento della nascita ci sarà una crescita
graduale di questo valore fino ad
assettarsi al valore normale di 95-99% . In ogni sala parto è presente una
tabella dove viene indicato il tempo trascorso dalla nascita e la saturazione
normale che si dovrebbe avere in quel determinato momento . Ad esempio non è da
preoccuparsi preoccupante se dopo 4 minuti dalla nascita il bambino si presenta
ancora cianotico perchè la saturazione normale dopo quel tempo è del 75% e
quindi si presenta ancora cianotico ma è una saturazione che crescerà
progressivamente .
Concetto di fisiopatologia : quando un neonato è in
una condizione di sofferenza ( causata ad esempio da una occlusione del flusso
di alcuni vasi ombelicali : nodo del cordone ombelicale , prolasso del funicolo
) a causa di ischemia o ipossia ;
-
si viene a determinare una fase iniziale di tachipnea
compensatoria;
-
successivamente si evidenzia una fasi di apnea
primaria;
-
se continua
la sofferenza si passa a una fase di gasping ( respiri profondi
irregolari pre-agonici)
-
se ancora persiste la sofferenza si arriva ad
una fase di apnea secondaria ( chiamata anche apnea terminale) .
Durante la fase di tachipnea compensatoria il bambino
mantiene una buona pressione e una buona
frequenza cardiaca.
Quando va in apnea primaria la frequenza cardiaca
inizia a scendere ma la pressione si mantiene ancora a livelli normali.
Quando arriviamo al gasping inizia a crollare sia la
frequenza che la pressione e quindi la perfusione d'organo .
Infine in apnea
secondaria i valori diventano critici .
Perchè differenziare l'apnea primaria dalla secondaria?
Perchè un bambino in apnea primaria si riprende stimolando (
come visto prima) mentre un bambino in apnea secondaria si riprende solo con la
ventilazione . Quindi nel momento in cui
nasce un neonato e lo troviamo in apnea devo considerarlo fino a prova
contraria in apnea primaria e quindi lo devo stimolare. Se però il neonato non
si riprende ( in quei 3 secondi di stimolazione) passo subito a ventilarlo in
quanto siamo di fronte ad una apnea secondaria.
Ritornando quindi alla valutazione : se il neonato è in
apnea o la frequenza è inferiore al 100bpm (e l'ho già stimolato ) si dovrà
ricorrere alla PPV.
VENTILAZIONE:
Si tratta di una manovra molto importante, per un
neonatologo è fondamentale saperla eseguire alla perfezione; per ventilare si
ha bisogno di:
1.
Macchina per
ventilareà posso usare un
pallone auto-insufflante (AMBU), un pallone da anestesista oppure un
ventilatore vero e proprio. Il pallone auto-insufflante è il più usato
2.
Interfacciaà
mette in comunicazione la macchina con il paziente, possiamo avere maschera
facciale, maschera laringea e tubo endotracheale
Il pallone auto-insufflante si chiama così poiché è fatto
di plastica elastica e pertanto ad ogni compressione tramite la sua stessa
forza elastica si riempie nuovamente d’aria; per questo non ha bisogno di essere
agganciato a una fonte esterna. Le dimensioni variano in base al paziente.
Nella parte posteriore abbiamo due fori:
Ø
Uno maggioreà
Serve per attaccare il reservoir
Ø
Uno minoreà
a questo se serve si può agganciare una fonte di O2
Nella parte anteriore abbiamo invece due valvole:
·
Una valvola unidirezionale che serve a far si
che l’aria vada solo dall’AMBU verso il paziente, in questo modo l’aria che
somministriamo è sempre pulita
·
Valvola
di Pop-Offà con la potenza della
mia mano posso regolare quanta aria dare al paziente; può succedere però che un
operatore preso dall’angoscia in un momento d’emergenza esageri nelle
compressioni somministrando al neonato flussi d’aria esagerati.
Questo è pericoloso poiché c’è il rischio di andare a
rompere gli alveoli e la pleura creando uno pneumotorace iatrogeno, e a quel
punto siamo in una situazione d’emergenza poiché quello pneumotorace va assolutamente
drenato. Per fortuna la valvola di Pop-Off è programmata per aprirsi
automaticamente attorno ai 35-40 cmH2O, in questo modo l’aria in
eccesso viene sfiatata verso l’esterno.
N.B. Controllare sempre prima di ventilare che la valvola funzioni!!!
Invece il reservoir prima
nominato a cosa serve?
Senza attaccare nulla all’AMBU io ventilo il paziente con
l’aria ambiente e cioè O2 al 21%; se invece io attacco al foro
minore il tubo dell’O2 arriverà da questa via O2 al 100%,
ma dal foro maggiore continuerà ad arrivare aria ambiente e perciò queste due
fonti si misceleranno ed alla fine al neonato andrò ad erogare O2 al
40% circa.
Se invece attacco un reservoir (palloncino chiuso o tubo
rigido di 30-40cm) quest’ultimo impedisce all’aria di entrare e pertanto
l’unica fonte che alimenterà il mio AMBU sarà il tubo dell’O2 al
100%.
-
Se il neonato è a termine parto a ventilare con
aria ambiente
-
Se il neonato è prematuro oppure durante la
rianimazione non raggiunge i valori corretti di saturazione ho bisogno di aggiungere
O2
Perché allora a questo punto non
somministro O2 direttamente come negli adulti?
Una volta questo veniva fatto, finchè non si è correlata la
somministrazione di O2 all’inizio della rianimazione ad un aumento
di un terzo della mortalità neonatale rispetto alla rianimazione iniziata in
aria ambiente. Inoltre è stata dimostrata la correlazione con un aumentato
rischio di leucemia a 5 anni.
Il danno è un danno da radicali liberi che si focalizza
soprattutto a livello di polmone, retina e cervello.
Per quanto riguarda l’interfaccia come anticipato prima ne
esistono diversi tipi soprattutto di maschere adattabili al paziente che
abbiamo davanti; l’importante è scegliere la misura giusta che ci permetta di
coprire:
·
Punta del mento
·
Bocca
·
Naso
Se la maschera è troppo grande mentre ventilo l’aria esce
verso l’esterno, se troppo piccola non riesco a coprire naso e bocca.
Maschera laringea
È un particolare device
utilizzato per ventilare il paziente; possiede una parte di plastica che va
nella bocca del paziente e viene introdotta e fatta scivolare fino all’imbocco
dell’esofago, come se fosse un boccone di cibo. È progettata apposta per tenere
aperta l’epiglottide e creare una comunicazione tra le vie respiratorie e
l’esterno.
In questo modo si evitano dispersioni d’aria a livello della
bocca e si riesce a superare un eventuale blocco delle vie aeree provocato
magari da una non corretta sniffing position.
N.B. à
Ricordare sempre prima di ventilare di aspirare le secrezioni se necessario,
mantenere la sniffing position e soprattutto ventilare da DIETRO la testa del
neonato, in questo modo si riesce a mantenere lo sguardo fisso sul torace del
neonato e valutare la sua escursione.
Per far aderire bene la maschera è necessario creare una C
con pollice e indice della mia mano e far aderire la maschera; le altre dite
vanno appoggiate sull’arcata mandibolare del bambino e NON sulle vie aeree in
modo tale da non comprimerlo.
Le prime insufflazioni vanno effettuate a pressioni più alte
poiché i polmoni, essendo sempre stati collabiti durante la gestazione, saranno
più difficili da far espandere; nelle successive insufflazioni invece
risulteranno più complianti.
Cosa devo ottenere?
-
Se sto ventilando bene devo ottenere sia una buona
escursione del torace sia un rialzo quasi immediato della FC, dopo qualche
minuto il bambino respirerà da solo
-
Se non ottengo un sollevamento del torace è inutile
continuare, bisogna controllare il perfetto posizionamento della maschera e la
corretta estensione del capo
-
Se ancora il torace non si solleva il problema è nel
polmone poco compliante, pertanto proverò ad aumentare la forza della mia
insufflazione
Il ritmo corretto per ventilare è tale da permettere di
raggiungere fra i 40 e i 60 atti respiratori al minuto.
Procedo con la ventilazione per 30 secondi, dopodichè devo
valutare la FC e mi posso trovare davanti a 3 situazioni:
FC>100bpmà ho
raggiunto il mio obiettivo e devo solo capire se il neonato può già respirare
da solo o lo devo aiutare per qualche altro minuto
FC tra 60 e 100bpmà
devo continuare a ventilare
FC<60bpmàdopo
essermi accertato della corretta ventilazione alzo la FiO2 al 100% e
inizio le compressioni toraciche
Domanda: “Fino a qui non si intuba il neonato?”
Risposta: “In realtà se arriviamo al punto di dover
effettuare le compressioni è fortemente raccomandato intubare; in bambini nati
ad esempio con ernia diaframmatica il bambino DEVE essere intubato! In questi
bambini durante la gestazione i visceri possono risalire nella cavità toracica
e in questo modo i polmoni fanno fatica a formarsi [Normalmente l’inalazione di liquido amniotico mediante meccanismi
meccanici ma anche biochimici induce la formazione progressiva degli alveoli]
a causa del ridotto spazio a disposizione.
Al momento della nascita se il bambino respira da solo
succede che dell’aria va a finire nelle anse intestinali, che però essendo in
cavità toracica riducono ulteriormente lo spazio per i polmoni.
Se la diagnosi è prenatale, come avviene in due casi su tre,
il bambino nasce con il cesareo programmato e vien intubato PRIMA del primo
pianto; questo è fondamentale per la successiva correzione chirurgica dell’ernia,
infatti per il chirurgo è molto più semplice operare se l’intestino è privo di
aria.
COMPRESSIONI TORACICHE
Concetto di
fisiopatologia: la bradicardia nel neonato, a differenza dell’adulto, è
secondaria nel 99% dei casi ad ASFISSIA.
Infatti si viene a creare infatti una condizione di acidosi
e ipossiaà questo deprime la
contrattilità del cardiomiocitaà la
perfusione d’organo e di conseguenza anche quella coronarica calaà si entra in un circolo vizioso che
continua a deprimere la funzionalità cardiaca.
Se voglio interrompere questo circolo vizioso il più delle
volte mi è sufficiente ventilare correttamene il neonato.
Nel momento in cui vado ad effettuare le compressioni il mio
obiettivo è quello di spremere il quello assicurando una minima perfusione a
organi nobili come cervello, surrene e cuore stesso.
Per il motivo sopraddetto però non posso assolutamente
sospendere la ventilazione.
Come si eseguono le
compressioni?
Devo schiacciare il cuore tra due piani rigidi: sterno e
colonna vertebrale, andrò ad effettuare le compressioni in un’area delimitata dall’incrocio
tra la linea mediana dello sterno e la linea inter-mammillare; evitare di
comprimere il processo xifoideo poiché è molto suscettibile a rottura.
Come posiziono le mani?
La tecnica raccomandata è quella dei due pollici: con il
secondo, terzo, quarto e quinto dito delle mani abbraccio il neonato a livello
del dorso, mentre con i due pollici affiancati o sormontati vado a effettuare
le compressioni.
Bisogna evitare di schiacciare con tutta la superficie del
pollice per due motivi:
1. Il
vettore di forza non sarebbe più verticale ed avrei una dispersione di forza
2. Potrei
rompere le coste mettendo il neonato a rischio di pneumotorace
Quanto forte deve essere il
massaggio?
Il diametro antero-posteriore del torace deve ridursi di
almeno un terzo
Ricordare sempre di ventilare il neonato; a questo punto
della rianimazione è assolutamente necessaria la presenza di un secondo
rianimatore, ed è fondamentale coordinarsi.
Il ritmo corretto è composta da una sequenza di 3
insufflazioni e 1 compressione per un totale di 4 eventi; ogni evento dovrebbe durare circa 2 secondi; si prosegue
per 60-90secondi.
Chi ventila normalmente deve tenere il conto del numero di
compressioni effettuate, una volta arrivati a 30 o 45 compressioni basta
moltiplicare x2 (dato che ogni evento formato da 3 insufflazioni e 1
compressioni dura 2sec) per sapere da quanto sto rianimando.
Come anticipato il massaggio va cominciato quando nonostante
una ventilazione corretta la FC rimane sotto i 60bpm; lo sospendo solo se dopo
60-90 secondi di massaggio la FC torna sopra i 60bpm, se addirittura torna
sopra i 100bpm posso sospendere anche la ventilazione.
IL MASSAGGIO VA
INIZIATO SOLO DOPO LA VENTILAZIONE, QUINDI ANCHE SE UN NEONATO ALLA NASCITA HA
UNA FC DI 30 IO INIZIO PRIMA A VENTILARE E SOLO DOPO A MASSAGGIARE.
FARMACI
Se nemmeno con il massaggio la FC torna sopra i 60bpm è il
momento di pensare ai farmaci; questi farmaci vanno somministrarti attraverso
la vena ombelicale, facilissima da
incannulare.
Dopo aver riempito un sondino di soluzione fisiologica, per
evitare che entri aria, basta sospingere il sondino all’interno della vena.
Si usano:
-
Adrenalinaà le fiale sono diluite 1:1000, noi
dobbiamo diluirla fino a 1:10000 e lo
possiamo fare prendendo 0,1ml di
farmaco e 0,9ml di fisiologica; con questa diluizione si somministrano
0,2ml/kg. Ricordarsi di lavare il catetere con abbondante fisiologica in modo
da spingere il farmaco lungo il catetere stesso
-
Espansori di
volumeà
Si usa la soluzione fisiologica a 10cc/kg, mentre sangue ed emazie
concentrate essendo abbastanza fredde vengono usate solo se necessarie per non
rischiare di provocare ipotermia al neonato
-
Bicarbonato (presente nella slide ma non più usato)
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