giovedì 11 settembre 2014

Ipertermie Febbrili

Le ipertermie febbrili sono caratterizzate dall'innalzamento della temperatura corporea a causa di un resetting ipotalamico (ovvero: è l'ipotalamo che determina l'aumento di temperatura).
La febbre ha una funzione specifica nell'organismo, e fa parte della risposta di fase acuta che viene innescata ogni volta vi sia uno stimolo infiammatorio di sufficiente entità. Un possibile meccanismo di protezione è l'aumento di motilità dei granulociti polimorfonucleati (PMN) che si osserva al crescere della temperatura. Un effetto simile si osserva anche per i linfociti attraverso le venale ad endotelio alto. In questo modo vi è una maggiore probabilità che il patogeno incontri una cellula del sistema immunitario.

EZIOLOGIA e PATOGENESI
Le cause di febbre possono essere esogene (infezioni o infiammazioni create da agenti fisici come dermatite solare) o endogene (malattie autoimmuni, tumori, infarti). In generale c'è sempre e comunque una infiammazione (nei tumori e negli infarti causata da necrosi del tessuto).
Un esempio di febbre è quella causata da batteri gran negativi, rilascianti LPS (lipopolisaccaride), un agente pirogeno (detto infatti "pirogeno esogeno"). Le cellule dell'infiammazione, in particolare i macrofagi, sono attivati dall'LPS (sia per fagocitosi dei batteri, sia per il legame dell'IPS ai roll Like Receptor di membrana, sia attraverso l'attivazione del complemento da parte di batteri e rilascio di C5a, una anafilotossina).
Le cellule dell'infiammazione attivate iniziano a produrre un pattern di citochine con azione pirogenica. Le principali, dette "pirogeni endogeni", sono rappresentate da IL1, IL6 e TNFalfa.
Sono esse, e non il LPS, a stimolare la produzione di PGE2 (prostaglandine) da parte delle cellule endoteliali (sia periferiche che ipotalamiche). L'ipotalamo rileva la aumentata concentrazione di PGE2 attraverso specifici recettori ("EP") e ha inizio il resetting ipotalamico della temperatura.

FISIOPATOLOGIA

  • Modifiche del SNA (sistema nervoso autonomo): si osserva un aumento della attività ortosimpatica, che si traduce principalmente in tachicardia, tachipnea, un maggiore metabolismo basale e vasocostrizione cutanea. In generale c'è un aumento di 10-18 battiti al minuto per ogni °C di temperatura aumentata. Da sottolineare però che nel caso di tifo addominale ciò non avviene, o avviene in misura minore: si parla di "bradicardia relativa", ed è dovuta ad una tossicità diretta della endotossina batterica sul pacemaker seno-atriale.
  • Adattamenti endocrini: aumenta la concentrazione ematica di glucocorticoidi, catecolammine, glucagone e GH. Questi aumenti sono dovuti principalmente all'azione secretoria di IL6 sull'ipotalamo
  • Adattamenti metabolici, come conseguenza degli adattamenti nervosi e endocrini. In generale hanno una funzione iperglicemizzante, consumando i depositi corporei di energia per preservare l'attività encefalica (se si è ammalati è difficile procurarsi il cibo). A livello muscolare infatti si osserva un aumentato catabolismo proteico, liberando amminoacidi sia per la glicolisi sia per la gluconeogenesi epatica. Inoltre si assiste anche a fenomeni di insilino resistenza, che fanno diminuire l'uptake di glucosio attraverso i recettori GLUT4 muscolari. Vengono mobilitati anche i lipidi come conseguenza dell'azione iperlipemizzante di catecolammine e glucocorticoidi.
  • Adattamenti comportamentali: principalmente sono la sonnolenza (utile per ridurre il fabbisogno energetico del corpo) e la anoressia (per ridurre la necessità della ricerca di cibo).
  • Adattamenti ematici: la componente proteica in caso di infiammazioni sistemiche si modifica, aumentano le proteine di fase acuta (Fibrinogeno, fibronectina, proteina C-reattiva, amiloide sierica A, epcidina, proteine del complemento e di trasporto) e diminuiscono le altre.


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